Descrizione
Ancora una volta Egidio Cacciola ci prende per mano e ci porta a spasso tra i ricordi prendendo spunto da un piccolo gesto quotidiano che sembra non lasciare traccia se non in chi lo compie, evocando ricordi appartenenti ormai alla memoria. Così, l’io narrante, bevendo il suo bicchiere d’acqua mattutino, avversata terapia per disturbi renali, rivive per noi una vicenda lontana. La storia si tinge di giallo, ma narrata molti anni dopo l’essere accaduta, viene filtrata dalla cortina di esperienza della vita venuta dopo. L’acqua da bere come cura diventa l’acqua del pozzo di un mistero antico, la polvere del titolo è quella del tempo che si dissipa e consente al ricordo di tornare indietro negli anni con nostalgia ma anche con disincanto.
Passato e presente si alternano e si intrecciano nei divertenti commenti che sottolineano le fisime o le inesperienze caratterizzanti i personaggi di ieri e di oggi, ma anche usando la sua ironia e scrivendo un giallo “anomalo”, l’autore non rinuncia a tratteggiare le immagini con il lieve linguaggio poetico che tanto gli è caro, rendendo il racconto con tale efficacia da far credere al lettore di partecipare addirittura all’azione stessa della storia. Egidio Cacciola ci narra dei suoi personaggi con poche precise parole ma così convincenti da farci pensare quasi di lasciare dei conoscenti alla fine della storia e all’atto di chiudere il libro.