Descrizione
Yeshùa ha spesso mal di piedi, ma è un camminatore infaticabile; si mostra permalosetto e si rivolge agli altri col piglio del comando. Di certo, è focoso e poco diplomatico. I più lo considerano un ribelle o un riformatore, sebbene a lui importi poco dei titoli che gli attribuiscono: non è uno dei tanti, ma è anzitutto un uomo, un uomo che soffre e gioisce, s’imbizzarrisce e si diverte per ciò che gli accade intorno. Sì, è vero, talora è litigioso, dispotico e implacabile: lo è perché non può fare a meno di esserlo; il linguaggio della Missione è violento, indivisibile, esasperante e l’amore che lo caratterizza è sempre un rischio: l’intera esistenza ne è annientata. I suoi seguaci devono rallegrarsi ed esultare degli insulti e delle persecuzioni causati dall’unica scelta possibile. Chi sceglie di seguirlo non si sentirà mai dire ‘‘ti amo’’. Eppure, Myriam ne è perdutamente innamorata, quantunque devota e rispettosa. E così pure le altre donne, mai in grado di resistergli. Pietro, pur essendo designato, il più delle volte, stenta a decifrare il suo messaggio, mentre colui che, più di qualsiasi altro, ne intuisce il senso profondo, Giuda, accetta il sacrificio estremo. Tutti fino alla morte e oltre.