Descrizione
Le poesie qui raccolte scaturiscono, con quelle confluite in Versi apocrifi e Salva in memoria, dalla cernita da un piu? vasto novero, composto, per la maggior parte, fra gli anni Settanta e il primo decennio di questo secolo. Scrittura, ma piu? ancora revisione o riscrittura hanno impegnato, del resto, solo in parte e per brevi periodi – in parallelo a altre scritture, di differenti contenuti, generi e forme – un cosi? vasto arco di tempo che ha visto mutare molte cose e con esse, anche il senso di queste poesie agli occhi dell’autore, oltre l’impulso o intento che le aveva ispirate. Ne? potrebbe essere diverso, per quanto e? avvenuto e per cio? cui assistiamo nell’epoca della riproducibilita? non piu? solo dell’opera d’arte, ma della vita, del sequenziamento e manipolazione del genoma, con l’ingegneria genetica e la clonazione, le stampanti in 3d, la riduzione a logaritmo e replicazione elettronica del genio e l’I.A., il piu? inquietante degli ospiti, in vista del folle volo della singolarita? e del salto mortale evolutivo verso il Transumanesimo. In ogni caso, poesie dovute a un impegno ricorrente e consapevole, estraneo a un esercizio ludico, a una prassi imitativa, a quello che in arte si chiama d’apre?s. Il citazionismo, il recupero/restauro, il gusto per l’antiquariato o per l’anacronismo post-moderno, in cui modelli e patroni fanno da testimonial in remake ucronici, con voci in playback fuori sincrono, non hanno mai tentato l’autore. All’interno di una tradizione priva di delimitazioni cronologiche, si delinea un canone personale in cui – che si privilegi, di volta in volta, la forma aperta o quella chiusa, senza vincolarsi a suggestioni di stile, al di la? dell’adesione a un linguaggio o alla mescolanza/contaminazione di stili e linguaggi – a decidere tutto e? la parola. “Si dice che la musica sia il linguaggio piu? alto perche? va oltre le parole. Ma la poesia va con le parole oltre la musica, la rifa? in se?. La poesia e? la musica che manca alla musica per essere poesia. Nella poesia, perfino il silenzio e? un’eco della musica che non ha bisogno delle note per esistere: l’assenza che illumina un mondo e non necessita di null’altro che andare oltre se stessa per essere il mondo che in essa si esprime: e solo cosi?, solo diventandolo, potra? testimoniarlo, rivelandocene l’esistenza oltre la speranza di trovarlo, a dispetto della possibilita? di giungervi…” (J.P.E. Demmel).