Descrizione
Il libro ripercorre tradizioni e culture di luoghi ben specifici, quelli abitati dalle lavoratrici del riso. In questa storia Maria si fa portavoce di tante altre sue compagne che hanno combattuto per i propri diritti. Fatti che avvengono in precisi territori; terre descritte con cura e devota attenzione da un autore che è capace come pochi di guardare al passato.
Un racconto che ha la profondità della storia vera. Una storia vera che si legge con il piacere di un romanzo. Lo scenario in cui si svolge Le cicale cantano nel nostro silenzio è parte della storia nazionale. Figura reale e storica è Modesto Cugnoglio, l’‘‘avvocato dei contadini”, fondatore del giornale “La Risaia”, deputato socialista. Vero è ’l Biundin alias Francesco Demichelis, bandito sociale che animò con le sue scorribande le campagne vercellesi. Vero soprattutto è il grande sciopero del maggio-giugno 1906 con al centro le mondine, che dopo giornate memorabili, con gli squadroni di cavalleria contrapposti alle scioperanti e i cortei che attraversavano la tranquilla città di Vercelli, impose alla fine, vincente, le 8 ore. E vere sono le condizioni della manodopera, soprattutto di quella femminile, la fatica bestiale del lavoro, la prepotenza dei padroni, dei fittavoli, che si consideravano ancora signori incontrastati su una popolazione in stato servile, e di cui Giorgio Bona offre una descrizione esemplare e toccante.
Marco Revelli