Descrizione
I poeti sono diversi. Non si illudono, sanno che alla fine dell’arcobaleno non troveranno una pentola d’oro. E che l’antica “Canzone dell’andare e del venire” armena si sbaglia, I dolori non vengono e vanno, non sono come i mesi della stagione fredda che passano, non sono viaggiatori in albergo o avventori all’osteria, non concedono la consolazione del “come sono venuti se ne andranno” Quando arrivano, attesi o all’improvviso, di notte o in pieno sole. si aggrappano al cuore con miliardi di uncini, troppi per poterli sganciare tutti. E rimangono dentro. Maria lo sa bene, e su questa rassegnata conoscenza basa la tematica esistenziale, leit motiv di “Voci e sembianze”, in cui, essendo donna oltre che poeta, rivela una dotazione di sensibilità ancora maggiore, full optional. La sua nuova fatica poetica, la settima a riprova di un’ispirazione ormai radicata, mostra anche la tenerezza, il non chiudersi malgrado tutto, la scelta cosciente di negare il rancore (sarebbe facilissimo provarlo verso la morte), la carezza di una nostalgia diversa, la ricerca di una sensazione più intimamente personale. Affidandosi a un linguaggio ricercato, ma discreto e senza spocchia, sempre lontano dall’apparire invasivo. Naturalmente, la destinazione finale del viaggio è obbligata e non è consentito fermarsi. Neppure alla donna poeta (che comunque non si illuderebbe mai di poterlo fare) incalzata come è, e siamo, dallo scorrere del tempo, facilissimo e impossibile da capire nella sua crudele, quasi delittuosa imparzialità.